Capitolo

5

L'età dell'umanesimo


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
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Jacopo Sannazzaro

(nota al capitolo 5, paragrafo 5)

Amico del Pontano, cortigiano fedele alla dinastia aragonese (oltre a seguire Federico III in esilio, non volle, dopo il ritorno in Italia, collaborare con i nuovi dominatori spagnoli e visse in disparte gli ultimi anni della sua vita), scrittore in latino e in volgare, JACOPO SANNAZZARO è uno dei più significativi esponenti di quell'umanesimo napoletano che non conobbe l'impegno civile dell'ambiente culturale fiorentino, ma si volse piuttosto a vagheggiare un mondo di idillica dolcezza, inteso come sostanziale disimpegno politico e sociale.
La sua opera maggiore, l'Arcadia, è scritta in una prosa armonica e poetica direttamente esemplata sui modelli latini ed è tutta intessuta di quadri di vita pseudo-pastorale che ne sottolineano la staticità e la mancanza di un vero tessuto narrativo.
L'opera godette per secoli di una fortuna vastissima e di dimensioni europee, finché la critica illuministica e romantica non iniziarono un processo correttivo che ne svelò la convenzionalità e ne fece «uno dei templi sconsacrati della nostra poesia» (Momigliano).

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