Capitolo

4

La letteratura tra la società dei comuni e le signorie


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
PER TESI DI LAUREA MAGISTRALE O DOTTORATO DI RICERCA

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S. Caterina da Siena

(nota al capitolo 4, paragrafo 9)

La fondamentale disposizione mistica si accompagnò sempre in CATERINA DA SIENA, nata Caterina Benincasa, ad un'indole fiera e battagliera e ad una urgente sete di azione che la indussero ad impegnarsi nei più gravi problemi politico-religiosi del suo tempo.
Nata da umile famiglia, ad appena sedici anni entrò nell'ordine delle Mantellate e per tre anni visse nella sua casa una vita di penitenza e di clausura. In seguito, spinta da un'ardente ansia di apostolato e di carità e convinta che «nel tempo delle necessità» occorresse «combattere virilmente», si dedicò all'assistenza dei malati e dei poveri e dispiegò una intensa attività mirante a rinsaldare i fondamenti della fede cristiana e a realizzare la pace nel mondo: nel 1376 fu ad Avignone per chiedere al papa pace a favore dei fiorentini, nel '77 cooperò al ristabilimento della sede papale a Roma, nel '78 — due anni prima della morte — si schierò risolutamente dalla parte del pontefice Urbano VI per tentare di impedire lo scisma di Occidente.
Scritte senza intenzione di arte e da chi aveva scarsa cultura, animate da un tono che è umile e autoritario al tempo stesso, le opere di S. Caterina — 381 lettere e il Dialogo della divina Provvidenza — furono dettate ai discepoli e ci sono giunte in testi non del tutto sicuri per i rimaneggiamenti subiti ad opera dei primi raccoglitori.

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