Capitolo

2

Società borghese e cultura nel Duecento


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
PER TESI DI LAUREA MAGISTRALE O DOTTORATO DI RICERCA

- CENTRO INTERNAZIONALE SCRITTORI DELLA CALABRIA
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Jacopo de' Benedetti

(nota al capitolo 2, paragrafo 3)

Nato a Todi, JACOPO DE' BENEDETTI (alias JACOPONE DA TODI) compì gli studi giuridici a Bologna e per oltre trent'anni esercitò l'avvocatura e il notariato, vivendo una vita agiata e mondana. La sua conversione alla vita ascetica — che le antiche testimonianze ci presentano improvvisa e sconvolgente — avvenne nel 1268 in seguiti. ad una disgrazia in cui trovò la morte la giovane moglie Vanna. Sconvolto dalla sciagura e dalla rivelazione dell'insospettata religiosità della moglie, Jacopone abbandoni la professione e le pratiche mondane per darsi alla preghiera e alla penitenza (molte leggende ci sono state tramandate sulla sua «santa pazzia»). Nel 1278 entrò nell'ordine francescano e, spinto dall'intransigenza e dal furore ascetico che lo portava ad umiliarsi ed avvilirsi per rendersi degno del perdono di Dio, si schierò con gli Spirituali che sostenevano il rigido mantenimento della regola di S. Francesco. Scomunicato da Bonifacio VIII e chiuso in prigione dopo l'espugnazione di Palestrina del 1298, fu liberato nel 1303 da papa Benedetto XI; si ritirò allora nel convento di Collazzone presso Assisi dove morì nel 1306. Oltre alle Laude (un centinaio di cui alcune in forma lirica, altre in forma drammatica), la tradizione attribuisce a Jacopone un Trattato, una raccolta di Detti e componimenti in latino che appaiono pervasi dallo stesso spirito di tormentato e inebriante misticismo delle Laude, ma la cui autenticità è stata messa in dubbio da alcuni studiosi.

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