Capitolo

19

Società e cultura nell'età giolittiana


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
PER TESI DI LAUREA MAGISTRALE O DOTTORATO DI RICERCA

- CENTRO INTERNAZIONALE SCRITTORI DELLA CALABRIA
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Giovanni Pascoli

(nota al capitolo 19, paragrafo 4)

GIOVANNI PASCOLI compì gli studi superiori nel collegio degli Scolopi di Urbino e, dopo l'assassinio del padre, a Rimini.
Ottenuta una borsa di studio, si iscrisse alla facoltà di lettere dell'Università di Bologna, dove ebbe come maestro Carducci, ma la perdita del sussidio e l'adesione all'Internazionale lo costrinsero a interrompere gli studi che condusse a termine, con il conseguimento della laurea, solo nel 1882. Iniziò allora l'attività di insegnante che lo portò in varie città italiane e culminò, nel 1905, con l'assegnazione della cattedra bolognese che era stata di Carducci.
Con i suoi poemetti in latino (da qualcuno considerati alla stregua di dotta e retorica esercitazione, mentre sono animati dalla sofferta personalità dell'autore, sostenuta da strenuo impegno stilistico e da squisita sensibilità per la lingua) vinse più volte il premio dell'Accademia Hoefftiana di Amsterdam. Con i proventi ricavati dalla vendita delle medaglie d'oro ottenute acquistò un podere e una casa a Castelvecchio di Barga dove trascorse i suoi giorni più sereni.
Autore di saggi danteschi (Minerva oscura, 1898; Sotto il velame, 1900; La mirabile visione, 1902), propose una interpretazione allegorica della Commedia, discutibile per il suo simbolismo intellettualistico ma rivelatrice anch'essa della personalità del Romagnolo.
Pascoli (di cui la critica ha sottolineato, tra l'altro, la rottura con la tradizione lirica precedente e, più recentemente, le componenti della giovanile formazione letteraria e della ideologia politica artificiosa e contraddittoria) è uno dei poeti che ha esercitato maggiore influsso sugli indirizzi della poesia italiana del Novecento.

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