Capitolo

16

Il classicismo illuministico e Giacomo Leopardi


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
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Carlo Cattaneo

(nota al capitolo 16, paragrafo 7)

Considerato precursore del positivismo, CARLO CATTANEO dimostrò, nella molteplicità degli studi e degli interessi, il vigore sintetico e la concretezza rigorosa della sua mente che lo portò a elaborare una cultura eminentemente pratica, intesa come strumento di civiltà. Discepolo e collaboratore di Romagnosi, insegnò grammatica latina in un ginnasio milanese (fino al 1835) e redasse quasi da solo la rivista «Il Politecnico» (in cui, disse più tardi, «albergava il suo spirito»).
Dopo il fallimento della rivoluzione del 1848, si ritirò in esilio a Castagnola presso Lugano, dove rimase fino al 1860 (dal 1852 fu insegnante di filosofia presso il liceo cantonale di Lugano) e dove ritornò più volte anche in seguito. Osteggiato dai moderati, fu a Napoli per convincere Garibaldi ad accettare la linea federalista e nel 1867 fu eletto alla Camera; negli ultimi anni, però, deluso, povero e malato, venne sempre più estraniandosi dalla vita pubblica e dedicandosi agli studi.
Tra le sue opere, scritte in una prosa concreta e precisa, ricordiamo le Ricerche economiche sulle interdizioni imposte dalla legge civile agli israeliti (1837), le Notizie naturali e civili sulla Lombardia (1844), L'insurrezione di Milano nel 1848 (1849), le Memorie d'economia pubblica (1860).

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