Capitolo

15

Il Romanticismo e Alessandro Manzoni


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
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Vincenzo Padula

(nota al capitolo 15, paragrafo 3)

Considerato da De Sanctis tipico esponente del «romanticismo naturale» calabrese, studiato da Croce che ne sottolineò lo «strano miscuglio di vecchiumi da seminario e di ardimenti moderni», imposto all'attenzione della critica contemporanea dalla pubblicazione (1950) degli articoli sulle «persone in Calabria» curata da Carlo Muscetta, VINCENZO PADULA fu poeta e prosatore di notevole efficacia e originalità, animato da vigorosa coscienza morale e attento ai problemi della sua terra.
Di temperamento sensuale e immaginoso, avviato al sacerdozio dopo gli studi compiuti nei seminari di Bisignano e di S. Marco Argentano, frequentò l'ambiente napoletano e fu perseguitato dai «galantuomini» e dalla polizia borbonica per le sue idee liberali. Dopo l'unità fu a Firenze segretario del ministro della pubblica istruzione Cesare Correnti (1867) e insegnò nei licei di Cosenza, Napoli e (dal 1878, per due anni) all'Università di Parma.
Avverso al temporalismo pontificio e al Sillabo, svolse un'intensa attività giornalistica collaborando tra l'altro al «Calabrese» e fondando (1864) e dirigendo «Il Bruzio», presto soppresso forse per le minacce degli agrari a proposito della questione dell'usurpazione delle terre demaniali della Sila.

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