Capitolo 9: L'età del Tasso e della Controriforma
Paragrafo 4: Le altre opere
Tra le prose critiche l'Apologia (1585) in difesa della Gerusalemme è una risposta a Leonardo Salviati il quale aveva accusato il Tasso di essersi servito di una lingua letteraria e lontana dall'uso parlato.
I Dialoghi furono scritti nella maggior parte durante la reclusione in S. Anna. Gli interlocutori sono amici del Tasso, benefattori, personaggi illustri; gli argomenti sono di filosofia, morale, di qualche virtù, del vivere in corte, di questioni letterarie, con frequenti digressioni. Le idee espresse ondeggiano tra Platone e Aristotele, le pagine più vive sono quelle in cui Tasso parla di sé.
Per questo motivo sono ricchissime di interesse umano e culturale le quasi millesettecento Lettere. Esse oltre che di questioni letterarie trattano delle vicende dello scrittore, il quale in S. Anna lamenta la debolezza fisica, la vecchiaia precoce, «
l'ignoranza de le cose del mondo; e la solitudine la quale è misera e noiosa oltre l'altre», descrive gli incubi e le visioni che lo tormentano.
Tra le ultime opere del poeta sono i poemetti in ottave Monte Oliveto (1592), Lacrime di Maria Vergine, Lacrime di Gesù Cristo (1593) che fanno parte di un genere letterario della controriforma.
Siamo ormai alla produzione scolastica o didascalica, come nella Gerusalemme conquistata (1593), in ventiquattro canti. Nell'opera riformata è eliminato l'episodio di Olindo e Sofronia (già oggetto di critica da parte dei revisori), Armida è legata con catene allegoriche dove sorgeva il suo palazzo, soppressi sono gli episodi di Erminia tra i pastori e quello della morte di Gildippe e Odoardo. Le aggiunte derivano dalle sacre Scritture e da Omero, da digressioni genealogiche ed encomiastiche, ma tutto il poema cade artisticamente per l'ossequio ai principi dell'epopea storico-religiosa, alla regolamentazione morale e letteraria della controriforma.
Nella tragedia Il Torrismondo, che ha come modello l'Edipo re di Sofocle, l'azione si svolge — come in molti poemi e tragedie del tempo — nel settentrione d'Europa. Il re Torrismondo e Alvida si amano senza sapere che sono fratello e sorella, Alvida si uccide e Torrismondo la segue nella tomba. Il motivo dell'inesorabilità del fato è qui poco credibile e sostenuto con artificio, il macabro e l'orrido di Seneca e di Giraldi Cinzio costituiscono lo sfondo di quest'opera cupa in cui è la negazione di tutto:
- Passa la vita e si dilegua e fugge
- come giel che si strugge […]
- Dopo trionfo e palma
- sol qui restano a l'alma
- lutto, lamenti e lagrimosi lai.
- Che più giova amicizia o giova amore?
- Ahi lagrime! ahi dolore!
Il Mondo creato è un poema in cui il Tasso canta la creazione dell'universo dividendo la materia in sette parti. Il racconto, di ispirazione biblica, è inframezzato da questioni teologiche, astronomiche; e anche se lo stile è limpido la materia è affogata da oltre novemila endecasillabi.
Antonio Piromalli, Storia della letteratura italiana, Cap. 9, Par. 4 , http://www.storiadellaletteratura.it/main.php?cap=9&par=9
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