Capitolo

19

Società e cultura nell'età giolittiana


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
PER TESI DI LAUREA MAGISTRALE O DOTTORATO DI RICERCA

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Luigi Pirandello

(nota al capitolo 19, paragrafo 8)

Laureatosi a Bonn con una tesi in filologia romanza sul dialetto di Girgenti (1891), LUIGI PIRANDELLO si stabilì a Roma, dove strinse amicizia con Capuana — che gli consigliò di tralasciare la produzione in versi e dedicarsi alla prosa — e collaborò alla «Nuova Antologia» e al «Marzocco» (su cui condusse una polemica antidannunziana).
Il suo esordio artistico avvenne con alcune raccolte di liriche (Mal giocondo, 1889; Pasqua di Gea, 1891 etc.; l'ultima raccolta è Fuori di chiave del 1912) che in genere sono state trascurate dalla critica, ma in cui oggi si colgono «i primi essenziali lineamenti della sua disposizione amara alla vita» (De Castris).
Ostile agli scrittori «di parole» e fautore di uno stile antiaccademico, esemplato sui ravvolgimenti del pensiero e non sui suggerimenti della retorica, Pirandello espresse nella sua vasta produzione letteraria la lucida presa di coscienza della crisi storica ed esistenziale dei valori, ma anche la sua profonda pietà per la condizione umana così acutamente analizzata.
Sottoposto a valutazioni critiche contrastanti e spesso condizionate da vari pregiudizi interpretativi, Pirandello è oggi considerato in genere un autore fra i più importanti e significativi del Novecento italiano ed europeo.
La critica è divisa anche nel sostenere la superiorità artistica dei drammi (raccolti in un corpus unitario dal titolo Maschere nude) o delle novelle, ma è innegabile che il teatro costituisce lo sbocco naturale della ricerca e della vocazione letteraria di Pirandello che già nelle novelle rivela modi tipici di gusto teatrale.

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