Capitolo

15

Il Romanticismo e Alessandro Manzoni


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
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Tommaso Grossi

(nota al capitolo 15, paragrafo 3)

Di modesta famiglia, TOMMASO GROSSI crebbe sotto la protezione di uno zio sacerdote e si laureò in giurisprudenza nel 1810.
Amico di Porta e frequentatore della «cameretta», compose inizialmente opere in dialetto milanese (il poemetto satirico La Prineide, 1815, ispirato alla morte del ministro Prina e per il quale fu sottoposto a processo; la novella in versi la Fuggitiva, 1816, in cui è delineata una figura femminile delicata e sofferente che si ritrova anche negli scritti successivi).
Dopo il successo dell'Ildegonda (1820) che concilia i motivi patetici con il gusto delle atmosfere ossessive e allucinanti, Grossi — che cercò sempre di evitare contrasti con il governo austriaco — compose I Lombardi (poema lungamente atteso nell'ambiente milanese dove suscitò perplessità e polemiche) e il Marco Visconti che si ispira, nel linguaggio e in certe situazioni, al modello manzoniano.

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