Capitolo

13

L'Illuminismo: metodo scientifico e letteratura


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
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  • Carlo Goldoni




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Carlo Goldoni

(nota al capitolo 13, paragrafo 6)

Le vicende della vita (dalla nascita al 1787) e le esperienze umane e culturali di CARLO GOLDONI possono essere ricostruite sulla base dei Mémoires, l'autobiografia in francese scritta durante il soggiorno parigino degli ultimi anni. Il motivo conduttore dell'opera — in cui il tono di serenità e di distacco sorridente rivela non solo la saggezza di chi non vuole più lasciarsi trascinare dalle passioni, ma anche la fiducia nell'affermazione dei valori umani — è l'impegno ad operare la riforma della commedia, presentata come il filo unitario della sua vita e della sua esperienza teatrale.
Considerato il superatore e distruttore della commedia dell'arte (cui contrappose l'esigenza di scrivere le parti degli attori, eliminare le maschere, rispettare la naturalezza e verosimiglianza dei caratteri e degli ambienti, assolvere a un compito di insegnamento morale), secondo alcuni critici del Novecento Goldoni avrebbe semplicemente continuato e rinnovato la commedia improvvisa, ormai esausta e decaduta, ma di cui erano apprezzabili la vivacità del dialogo e il ritmo dello spettacolo.
Anche l'immagine tradizionale dell'edonista sereno che, alieno dai grandi problemi ideologici e viziato da un tiepido moralismo, osservava e rappresentava aspetti superficiali della vita, è stata dissolta e sostituita da quella di un Goldoni osservatore della realtà e dei costumi, colti e rappresentati secondo gli orientamenti mentali della borghesia riformista.
Scrittore in lingua e in dialetto veneziano, fu fautore di un illuminismo esente da punte aggressive e rivoluzionarie e, svalutato e attaccato da Baretti e dai tradizionalisti, godé della simpatia degli uomini del «Caffè» (ad essi lo avvicinavano la fiducia nella ragione, l'umanitarismo, l'impegno educativo, la polemica contro la nobiltà decaduta ecc).
La sua produzione teatrale non fu apprezzata dagli scrittori dell'Ottocento che non trovavano in essa forti contrasti sentimentali e vigorosi contenuti morali e sociali (severa fu la limitazione di De Sanctis che vide nel Goldoni mancanza di sincerità e forza delle convinzioni» e di «quella divina malinconia che è l'idealità del poeta «laico»); nel Novecento invece, sia pure con direttive e metodologie critiche diverse, si è cercato di individuare i valori autentici del suo mondo poetico e di collocarli nel quadro dell'ambiente storico e culturale del suo tempo.

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